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Huawei sfida l’Occidente: ecco SuperPoD, l’ecosistema AI aperto e scalabile

Immagina di collegare migliaia di potenti chip di intelligenza artificiale distribuiti in decine di armadi server e farli lavorare insieme come se fossero un unico, gigantesco computer. È esattamente ciò che Huawei ha dimostrato a HUAWEI CONNECT 2025, presentando una svolta nell’architettura delle infrastrutture AI che potrebbe ridefinire il modo in cui il mondo costruisce e scala i sistemi di intelligenza artificiale.

A differenza degli approcci tradizionali, in cui i singoli server operano in modo relativamente indipendente, la nuova tecnologia SuperPoD di Huawei crea ciò che i dirigenti dell’azienda descrivono come una macchina logica unica, formata da migliaia di unità di elaborazione distinte ma in grado di “apprendere, pensare e ragionare come una sola entità”.

Le implicazioni vanno ben oltre le specifiche tecniche: rappresentano un cambio di paradigma su come la potenza di calcolo per l’AI può essere organizzata, scalata e resa disponibile ai diversi settori industriali.

La base tecnica: UnifiedBus 2.0

Al cuore di questa architettura c’è UnifiedBus (UB). Yang Chaobin, Direttore del Board e CEO del Gruppo ICT di Huawei, ha spiegato:

“Abbiamo sviluppato la rivoluzionaria architettura SuperPoD basata sul nostro protocollo di interconnessione UnifiedBus. L’architettura collega in profondità i server fisici affinché possano apprendere, pensare e ragionare come un unico server logico.”

Il protocollo UnifiedBus affronta due grandi ostacoli che hanno storicamente limitato il calcolo AI su larga scala: l’affidabilità delle comunicazioni a lungo raggio e la gestione di banda e latenza.

  • I collegamenti in rame garantiscono alta banda ma solo su distanze ridotte, di norma tra due armadi.

  • Le connessioni ottiche coprono distanze maggiori, ma soffrono di problemi di affidabilità crescenti all’aumentare della scala.

Eric Xu, Vicepresidente e Rotating Chairman di Huawei, ha sottolineato come risolvere queste sfide fosse cruciale per la strategia AI dell’azienda. Ha chiarito che l’affidabilità è stata costruita in ogni livello del protocollo di interconnessione, dal livello fisico fino a quello di rete e trasporto, con rilevamento dei guasti a livello di 100 nanosecondi e commutazione protetta dei percorsi ottici. Questo rende le disconnessioni intermittenti o i guasti dei moduli ottici praticamente invisibili alle applicazioni.



Architettura SuperPoD: scala e prestazioni

Il Atlas 950 SuperPoD è il fiore all’occhiello di questa architettura, con fino a 8.192 chip Ascend 950DT. Xu lo descrive come capace di:

  • 8 EFLOPS in FP8 e 16 EFLOPS in FP4,

  • una larghezza di banda di interconnessione di 16 PB/s,
    ovvero oltre 10 volte la larghezza di banda di picco dell’intera rete Internet mondiale.

La configurazione occupa 160 armadi in 1.000 m² (128 di calcolo e 32 di comunicazione), con memoria totale di 1.152 TB e latenza interna di soli 2,1 microsecondi.

Il passo successivo sarà l’Atlas 960 SuperPoD, che integrerà 15.488 chip Ascend 960 in 220 armadi su 2.200 m², con prestazioni di 30 EFLOPS in FP8 e 60 EFLOPS in FP4, memoria da 4.460 TB e banda di 34 PB/s.

Oltre l’AI: applicazioni di calcolo general-purpose

Il concetto SuperPoD va oltre l’intelligenza artificiale, arrivando al calcolo general-purpose con il TaiShan 950 SuperPoD, basato su processori Kunpeng 950. Questo sistema punta a sostituire mainframe e server di fascia intermedia, particolarmente nel settore finanziario, grazie all’integrazione con il database distribuito GaussDB, che Huawei propone come alternativa definitiva a mainframe, midrange e ai server Oracle Exadata.

Strategia open architecture

Un aspetto cruciale è la decisione di Huawei di rendere pubbliche le specifiche tecniche di UnifiedBus 2.0 come standard aperti. Una mossa che risponde sia a esigenze strategiche sia a vincoli pratici, considerando il ritardo strutturale della Cina nei nodi avanzati di produzione dei semiconduttori.

Yang ha sottolineato l’obiettivo di costruire un ecosistema aperto:

“Siamo impegnati in un approccio open-hardware e open-source-software che aiuti i partner a sviluppare soluzioni SuperPoD specifiche per i vari scenari industriali, accelerando così l’innovazione e favorendo un ecosistema prospero.”

Huawei prevede di rendere open-source:

  • hardware (moduli NPU, blade server ad aria e a liquido, AI card, schede CPU, schede di interconnessione),

  • software (compiler CANN, application kit Mind, modelli foundation openPangu) entro il 31 dicembre 2025.



Adozione sul mercato e impatto sull’ecosistema

Ad oggi, oltre 300 unità Atlas 900 A3 SuperPoD sono già state consegnate nel 2025 a più di 20 clienti in settori come Internet, finanza, telecomunicazioni, energia e manifattura.

Per l’infrastruttura AI cinese, questa strategia rappresenta un passo decisivo: creare un ecosistema aperto basato su tecnologia domestica, che permetta di superare i limiti legati alla disponibilità di processi produttivi più avanzati.

Sul piano globale, l’approccio open di Huawei si pone come alternativa al modello chiuso e proprietario che domina tra i competitor occidentali. La vera sfida sarà verificare se questo ecosistema aperto saprà garantire prestazioni comparabili e sostenibilità commerciale su larga scala.

Perchè ci interessa…

L’architettura SuperPoD non è un semplice passo avanti: propone un nuovo modo di connettere, gestire e scalare risorse di calcolo massicce. L’apertura delle specifiche e dei componenti metterà alla prova la capacità dello sviluppo collaborativo di accelerare l’innovazione. Se avrà successo, potrebbe ridefinire gli equilibri competitivi nel mercato globale dell’infrastruttura AI.

29 Settembre 2025