Nel mondo della formazione aziendale, il tema dell’attenzione è oggi centrale. In un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da stimoli visivi, la sfida non è solo catturare l’attenzione, ma comprendere dove realmente si concentra la mente delle persone, anche quando non sembra.
Un recente studio ha dimostrato che, grazie alla combinazione di EEG (elettroencefalogramma) e reti neurali profonde (Deep Learning), è possibile decodificare l’attenzione visiva “coperta” — cioè quella che si manifesta anche quando non guardiamo direttamente un punto.
Questo significa che il cervello rivela segnali di interesse o focalizzazione prima ancora che lo sguardo li tradisca.
Cosa significa per i Marketing Manager
Per chi guida team marketing, questa scoperta apre scenari formativi e applicativi rivoluzionari.
Capire come si muove realmente l’attenzione permette di progettare messaggi e campagne più empatiche e mirate, andando oltre le metriche tradizionali di click o impression.
Ecco alcune implicazioni pratiche:
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Neuro testing delle creatività pubblicitarie
Integrare micro-test neurometrici (EEG o eye-tracking) nei processi di validazione creativa permette di valutare in anticipo il grado di coinvolgimento inconscio. Si può capire se una visual, un payoff o un colore attivano l’attenzione profonda o generano invece confusione cognitiva. -
Formazione su “architetture attentionali”
I corsi per marketing manager dovrebbero includere moduli su come costruire una “sequenza di attenzione” all’interno di una comunicazione: hook → carico → rilascio.
Questi pattern rispecchiano il modo naturale in cui il cervello gestisce l’interesse e la memoria di lavoro. -
Campagne che rispettano il ritmo cognitivo
L’attenzione umana segue onde e cicli. Pianificare la distribuzione di contenuti rispettando questi tempi — per esempio con video brevi e alternanza tra momenti di picco e pausa — può moltiplicare l’efficacia del messaggio.
Implicazioni per i Graphic Designer
Per i designer che lavorano nel marketing, la possibilità di comprendere le dinamiche neurali dell’attenzione è un vantaggio competitivo.
Non si tratta solo di estetica, ma di progettare per il cervello umano.
Ecco come:
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Neurovisual design
L’uso del contrasto, del movimento implicito e della disposizione degli elementi visivi deve seguire le leggi percettive della Gestalt e il modo in cui il cervello seleziona ciò che ritiene saliente.
Formarsi su queste logiche consente di creare materiali che “catturano e guidano” lo sguardo naturalmente. -
Feedback loop visivo
I designer possono trarre vantaggio da brevi sessioni di test neurometrici: osservare le mappe di attenzione (heatmap o EEG semplificato) consente di capire dove si disperde l’energia visiva e ottimizzare la composizione. -
Empatia cognitiva
L’attenzione non è solo una funzione percettiva, ma anche emotiva. Lavorare con palette, fotografie e tipografie che evocano emozioni coerenti con il messaggio favorisce il mantenimento dell’attenzione e la memorizzazione.
Verso una formazione neurocentrica
Questo tipo di studi ci ricorda che la formazione nel marketing e nella comunicazione visiva deve evolvere.
I professionisti non possono più limitarsi a “sapere cosa funziona”, ma devono capire perché funziona — e quel “perché” oggi è spesso scritto nei pattern cerebrali.
Integrare neuroscienza e creatività permette di progettare esperienze formative e comunicative più umane, più efficaci e più sostenibili nel tempo.

